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La coinquilina...


di JackieB
24.05.2021    |    806    |    1 9.6
"Qualche tempo fa, la mia ex, condivideva un piccolo appartamentino con Sara, una studentessa siciliana, mora, mediterranea, con un corpo da paura..."
Sarà capitato a tutti nella vita di dover condividere, anche solo per qualche giorno, una stanza oppure una casa con qualche sconosciuto. Io per esempio, nel corso degli anni, ho avuto a che fare con tante persone, nei miei spostamenti per studio, per lavoro. Non mi è mai capitato però di trovare una coinquilina avvenente con cui condividere anche il letto in notti di passione. O quantomeno non è mai successo con la mia coinquilina, ma con quella della mia ex fidanzata si. Qualche tempo fa, la mia ex, condivideva un piccolo appartamentino con Sara, una studentessa siciliana, mora, mediterranea, con un corpo da paura. Era impossibile non buttarle gli occhi addosso, soprattutto quando andavo dalla mia lei e trovavo Sara con qualche tuta aderente o, stando a casa, solo con qualche magliettina, senza reggiseno, per stare più comoda. Ero talmente eccitato quando la incontravo che dovevo in un attimo buttare la mia fidanzata sul letto della stanza per scoparla forte, immaginando di avere sotto di me proprio Sara. Iniziavo a sculacciarla, a spingere come non mai per farla godere, così che Sara la potesse sentire, intuendo le mie capacità sessuali. Tuttavia lei sembrava schiva, forse per rispetto della sua coinquilina. Un giorno però il destino giocò a mio favore. La mia fidanzata aveva dimenticato un documento importante a casa e ne aveva bisogno con urgenza. Allora chiese a me di andarlo a prendere perché lei era impegnata a lavoro. Mi catapultai, avendo un doppione delle sue chiavi per le emergenze. Arrivai a casa e bussai comunque alla porta, pur sapendo che Sara di solito a quell'ora era al bar dove lavorava e dove spesso passavo per vederla ( e non per il pessimo caffè). Dopo un attimo però la porta si aprì. Sara era in casa. Aveva scambiato il turno con una sua collega che doveva portare il figlio a fare il vaccino. "non sono tutti no vax1!! 1 per fortuna" pensai. Non si aspettava una visita per cui era in pantaloncini corti, cortissimi, che lasciavano intravedere un culo a cui mancava solo la parola ed indossava un top di quelli per la palestra, aderente al punto che il suo seno enorme sembrava poter sfondare da un momento all'altro il tessuto sintetico. Le dissi che dovevo prendere il documento ma lei da buona padrona di casa volle offrirmi il caffè "è meglio di quello del bar" mi disse, sorridendo. Bastò quel sorriso. Iniziai a sentire qualcosa crescere nei pantaloni, mi passai una mano sul pacco quasi a volerlo nascondere ma dalla mia risposta biascicata Sara capì subito il mio stato di difficoltà. "cazzo, chissà da quanto si è accorta che la guardo ogni volta che vengo qui". Mentre cercavo di dissimulare, il caffè era pronto. Sara iniziò a girarlo, mettendo un cucchiaino di zucchero. Poi mi guardò negli occhi e iniziò a leccare il cucchiaino sporco di caffè. Fu il segno. Non capii più niente. Mi alza di scatto e la presi con forza, infilandole la lingua in bocca mentre la tazza cadendo si faceva in mille pezzi. Lei sembrò sorpresa, si staccò, tanto che fiutai la figuraccia ed il rifiuto. Ma incredibilmente fece lo stesso, buttò la sua lingua nella mia bocca e iniziò a muoverla a vortice, mentre mi strappava di dosso la camicia. Non avrei avuto molto tempo. Allora la presi, la buttai sul tavolo e le sfilai i pantaloncini. Aveva una figa liscissima, appena la toccai le mie dita si bagnarono del suo umore che mi affrettai subito ad assaporare. Iniziai a scoparla, con colpi più violenti che decisi. La sentii subito gemere, le stava piacendo tanto. Con foga le tolsi anche il top e mi buttai con la lingua sul suo seno, perfetto, sodo, con due capezzoli scuri, duri come un diamante. Dopo qualche minuto di missionario, mi alzai di botto, la presi e la spinsi contro il muro. La feci girare di spalle, capì subito che doveva piegarsi in avanti tenendo le mani contro il muro della cucina. Dovevo fare mio il suo culo, era la prima cosa che avevo pensato quando mi era stata presentata dalla mia fidanzata. Infilai il mio cazzo da dietro e dopo una prima resistenza dovuta forse ad una sua scarsa esperienza con l'anale, ero dentro. Il piacere era immenso per me mentre mi addentravo in quello spazio stretto e per lei che mi implorava di continuare. Dopo qualche minuto eravamo sul punto di venire. Tolsi il mio cazzo e lei senza dover aggiungere molto, iniziò a succhiarlo con una foga pazzesca. Dal mio canto, cominciai a spingere forte fino a farle mancare il respiro. Sentivo l'orgasmo vicino, quindi le urlai di tenere la testa ferma, mentre con qualche colpo di mano le riempivo la faccia del mio sperma. Guardai l'orologio, era tardissimo. Senza dire nulla, mi rivestii, corsi in camera, presi il documento della mia fidanzata e uscii fuori, guardandola mentre seduta a terra nuda, ripensava alla nostra scopata, ancora con il segno del mio godimento sul volto. Passò qualche mese prima che io e la mia fidanzata ci lasciassimo e prima che lei finisse l'università, ritornando in Sicilia. Capitò qualche altra volta di scopare ma non fu mai bella come quella prima volta, nella cucina del suo appartamento..

IL LUI di Jackie
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